Salvavita, cos’è e a cosa serve
Il salvavita elettrico è un dispositivo di sicurezza che arresta immediatamente il flusso di energia elettrica all’interno di un’abitazione, in caso di dispersione elettrica o di folgorazione, causata da un guasto improvviso o un malfunzionamento dell’impianto. Il salvavita è anche noto come interruttore differenziale, perché agisce in base alla differenza di corrente tra l’entrata e l’uscita del dispositivo. Il suo compito è quello di creare la messa a terra, ossia di dirigere il flusso elettrico verso terra, scaricandolo.
Dunque, com’è composto e qual è l’esatto funzionamento del salvavita?
Come funziona il salvavita
Il salvavita è formato a sua volta da due apparecchi: l’interruttore magnetotermico e il relè differenziale.
Il primo ha l’obiettivo di interrompere il flusso di energia elettrica in caso di corto circuito all’interno dell’abitazione (un fenomeno che avviene quando due conduttori si toccano) o se si entra accidentalmente in contatto con delle parti in tensione. Inoltre, l’interruttore magnetotermico limita l’energia in caso di sovraccarico del contatore, ad esempio quando vengono utilizzati più elettrodomestici in contemporanea, un fenomeno assai diffuso tra le mura domestiche. Il relè differenziale evita la dispersione elettrica, mantenendo un certo equilibrio tra la quantità di energia in entrata nel contatore e quella in uscita: in caso di squilibrio tra le due, il salvavita si attiva facendo scattare il contatore.
Nella scelta dei salvavite elettrico per la propria abitazione, vanno considerati tre fattori: il potere di interruzione, calcolato in proporzione alla corrente del corto circuito; la corrente nominale, cioè il massimo valore di corrente elettrica che il circuito può supportare; la corrente di intervento differenziale, cioè il valore di corrente elettrica assegnato dal costruttore e che determina quello in cui l’interruttore scatta per fornire protezione.
Abbiamo visto, quindi, che il salvavita scatta principalmente per tre principali motivi: un cortocircuito in atto, un contatto tra due contatori o un sovraccarico elettrico in corso. Può capitare, però, che il salvavita scatti senza un reale motivo, magari di notte quando tutto è spento. Le cause possono essere diverse, come ad esempio un interruttore non adeguato. Scopriamo subito quando e perché accade ciò.
Perché il salvavita scatta di continuo: cosa fare in caso di anomalie
Diverse sono le cause che portano il salvavita a scattare anche di notte. Questo accade, in particolar modo, quando vi è la presenza di un elettrodomestico non isolato che fa azionare immediatamente l’interruttore differenziale. Per accertarsi che il motivo sia questo, bisognerebbe munirsi di un misuratore d’isolamento, staccare uno alla volta gli elettrodomestici e misurare l’assenza di dispersione tra conduttori e masse metalliche dell’apparecchio, oppure tra il conduttore di fase e neutro e il conduttore di terra.
Le motivazioni possono essere anche di altra natura, come la rottura del salvavita, disturbi della rete elettrica comune oppure una potenza non sufficiente del contatore.
Nel primo caso, sarà sufficiente premere il pulsante del test presente in alto a destra sul quadro elettrico. Questo test andrebbe eseguito almeno una volta al mese per verificare la funzionalità del dispositivo. Se il pulsante non scatta o impiega troppo tempo ad interrompere la corrente, significa che è arrivato il momento di sostituire il salvavita.
I disturbi della rete elettrica possono essere causati anche dai fenomeni atmosferici, che possono spingere l’interruttore a scattare senza un apparente motivo. In questo caso rientrano anche le sovratensioni, transitorie o di manovra.
Per quanto riguarda la potenza del contatore, basta controllare il valore sulla bolletta della luce.
A volte capita che questa non sia sufficiente ad adempiere alle proprie quotidiane esigenze.
Infatti, se si supera il valore permesso dal contatore (valore che si trova sulla bolletta alla sezione “Dati di fornitura” o “Tipologia contratto”), il salvavita scatta lasciando la casa senza energia elettrica.
Dopo aver verificato che non ci siano indizi di corto circuito (odore di bruciato) e dopo aver staccato tutti gli elettrodomestici, provato a spegnere e riaccendere l’interruttore e collegato nuovamente tutti gli elettrodomestici, solo allora sarà opportuno contattare un elettricista.
Per far sì che l’impianto elettrico sia affidabile e sicuro, è fondamentale che il salvavita sia sempre funzionante.
Come installare correttamente un salvavita e rimuovere quello danneggiato
Per poter effettuare una corretta installazione del salvavita basterà seguire alcuni semplici passaggi.
Prima di tutto, bisogna disattivare l’interruttore elettrico generale posizionando la levetta su “OFF” e poi rimuovere il coperchio del quadro elettrico. Sarebbe opportuno verificare con un cercafase che non vi sia alcun cavo ancora in tensione, prima di procedere con l’operazione.
Dopo aver fatto ciò, bisogna smontare il salvavita danneggiato e fissare quello nuovo, assicurandosi che abbia lo stesso potere di interruzione di quello sostituito, nell’apposito spazio predisposto nel quadro elettrico. Vanno poi collegati i cavi in entrata e uscita. A questo punto, il salvavita si troverà tra l’interruttore generale e l’impianto elettrico. Poi, procediamo richiudendo il coperchio del quadro elettrico e riattiviamo l’interruttore generale posizionando la levetta su “ON”. L’ultima cosa da fare è quella di effettuare un test di funzionamento del salvavita premendo l’apposito tasto “TEST” che interromperà la corrente elettrica a tutto l’impianto, da ripetere poi una volta al mese per verificare che sia sempre operativo.
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