Interruttori differenziali: guida alla scelta
Un interruttore differenziale (comunemente chiamato anche salvavita) è un dispositivo di sicurezza in grado di interrompere il flusso elettrico in un circuito elettrico di un impianto elettrico. Si definisce differenziale proprio perché agisce in base alla differenza di corrente tra l’ingresso e l’uscita del dispositivo.
L’interruttore differenziale salvavita o interruttore automatico differenziale viene utilizzato in caso di dispersione elettrica verso terra o folgorazione fase-terra, fornendo quindi protezione alla persona in caso di contatti diretti o indiretti, ma non protegge da sovraccarichi di corrente o cortocircuiti. In quest’ultimo caso si utilizza un interruttore magnetotermico, altro dispositivo salvavita.
Negli ultimi anni, la presenza di stadi elettronici non lineari (raddrizzatori, inverter, alimentatori a commutazione), tipici degli ambienti industriali, è diventata sempre più frequente in quelli domestici.
I circuiti non lineari sono direttamente connessi all’alimentazione a 230/400 V degli apparecchi utilizzatori. Questa fa in modo che la corrente differenziale che circola sul cavo di protezione non sia di forma alternata sinusoidale come si avrebbe nel caso di circuiti lineari, ma sia deformata con la presenza di componenti continue e ad alta frequenza. Di conseguenza, si è evoluta anche la tecnologia degli interruttori differenziali (inizialmente era presente solo una tipologia sul mercato, quella di tipo AC), in grado di segnalare e interrompere correnti differenziali di forma sempre più complessa. Scopriamo nel dettaglio le caratteristiche di ogni interruttore differenziale e funzionamento.
Tipologie di interruttori differenziali
Il funzionamento dell’interruttore differenziale dipende dalla sua tipologia. Esistono, dunque, diverse classi di interruttori differenziali che si distinguono per il tipo di corrente di guasto a cui sono sensibili. Secondo la norma internazionale IEC 60755 questi differenziali elettrici sono classificati nei seguenti tipi: interruttore differenziale di tipo AC; interruttore differenziale di tipo A; interruttore differenziale di tipo F; interruttore differenziale di tipo B.
Interruttore differenziale di tipo AC
Gli interruttori differenziali di tipo AC sono stati i primi ad essere introdotti sul mercato e sono anche quelli più comuni e utilizzati. Questo tipo di differenziale elettrico è in grado di rilevare la corrente differenziale alternata alla frequenza di rete di 50 Hz. Sono sensibili, quindi, alla sola corrente alternata di forma sinusoidale (marchiati con il disegno di un’onda), che rientra quindi nei circuiti definiti lineari. Per questo motivo escludono le dispersioni transitorie legate a fulmini o ad un carico di tipo capacitivo, cioè al carico di un condensatore. I tipi AC sono posti a monte di impianti normali, come illuminazione e piccoli elettrodomestici.
Interruttore differenziale di tipo A
Gli interruttori differenziali di tipo A, rispetto a quelli di tipo AC, offrono una protezione maggiore, anche contro le correnti di dispersione per la componente continua (rilevano e interrompono le correnti unidirezionali pulsanti di entrambe le polarità). Questo tipo di differenziale viene installato a monte delle lavatrici o dei piani cottura.
Esistono anche altre sigle che si aggiungono al nome degli interruttori tipo A e che variano in base alla denominazione del costruttore, come HPI, K, HI o SI. Si tratta di differenziali ad Alta Immunità, progettati per evitare attivazioni improvvise. Vengono utilizzati per proteggere singolarmente punti di alimentazione di apparecchi che non possono subire un’interruzione di corrente, come ad esempio i frigoriferi o i sistemi informatici. Questi interruttori offrono il rimedio ottimale contro gli scatti intempestivi provocati da fenomeni atmosferici o dispersioni.
Interruttore differenziale di tipo F
Gli interruttori di tipo F sono stati introdotti di recente dalla norma CEI EN 62423. Hanno un funzionamento simile agli interruttori di tipo A e sono stati progettati per la protezione contro i contatti indiretti quando si utilizzano apparecchi che fanno uso di alimentazione tramite inverter in circuiti monofase.
Interruttore differenziale di tipo B
Quelli di tipo B sono interruttori sensibili anche a dispersioni in corrente continua e/o ad alta frequenza, necessari laddove si utilizzano convertitori di frequenza trifase. Sono impiegati in presenza di generatori di tensione continua permanentemente connessi, senza separazione galvanica, a reti in corrente alternata, come ad esempio i pannelli fotovoltaici o inverter a frequenza variabile.
Installazione degli interruttori differenziali
L’interruttore differenziale è facilmente riconoscibile dalla presenza di un tasto T o Test presente nella parte frontale e viene posizionato all’interno del quadro elettrico.
Nella maggior parte delle applicazioni di tipo domestico, per la protezione dell’impianto elettrico e delle persone, sarà sufficiente installare interruttori differenziali di tipo AC o di tipo A.
Tuttavia, il crescente utilizzo di tecnologie elettroniche di potenza negli apparecchi utilizzatori con collegamento a terra può dar luogo, sia in condizioni di guasto che in assenza di guasto, a correnti di dispersione con forme d’onda caratterizzate da un’elevata componente continua e/o ad alta frequenza.
Gli interruttori differenziali di tipo B sono stati introdotti proprio per risolvere questo tipo di problematiche.
Per installare il corretto differenziale interruttore, bisogna conoscere le tipologia di correnti di guasto differenziali presenti e future del proprio impianto, le apparecchiature, i macchinari, le tecnologie, il tipo di utilizzo. Sfoglia il catalogo online di Cozzolino srl e scopri il mondo degli interruttori di tipo differenziale!